Articolo scritto da Gabriele Mondini, consulente e formatore nonché direttore didattico e operativo della società Dolmen Consulenza & Formazione
Taleb, filosofo contemporaneo, afferma: “Quella che gli stupidi chiamano ‘perdita di tempo’ è per lo più l’investimento migliore che potremmo fare per raggiungere il successo!”.
Oggi, in un mondo complesso e dinamico, siamo tutti impegnati a fronteggiare con lucidità i cosiddetti “cigni neri“, ovvero eventi improbabili, difficili da prevedere, con impatti significativi e duraturi. Questi eventi sono caratterizzati dalla distorsione retroattiva, ovvero dalla convinzione che, in fondo, se non si fossero trascurati alcuni segnali deboli, l’evento avrebbe potuto essere previsto.
Kahn, economista francese, in un recente articolo su Medium.com, sostiene che negli ultimi 20 anni chi si occupa di “consulenza e finanza” ha già affrontato 9 cigni neri: dalla crisi finanziaria asiatica del 1997 all’11 settembre del 2001, dal crollo finanziario del 2008 alla Brexit del 2016… sino ad arrivare ai tempi recenti, con la pandemia appena conclusasi e le guerre in corso, che hanno stravolto le nostre abitudini e il modo tradizionale che conoscevamo di fare business e affrontare il lavoro.
Per superare questi momenti, occorre maturare quella che Taleb definisce mentalità antifragile. Da consulente, ho sviluppato questa capacità negli scorsi anni, quando improvvisamente, il 9 marzo 2020, l’agenda si è svuotata e noi formatori ci siamo trovati a reinterpretare il mestiere in un modo che non conoscevamo, dovendo imparare termini, metodi e tecniche sino ad allora snobbati e relegati a formazione di serie B.
Solitamente, nel gergo comune, indichiamo come “fragili” i materiali che si rompono con facilità, che non reggono il peso delle pressioni esterne. Spesso, indichiamo come opposto il concetto di “robusto”, sebbene a ben vedere esso non sia esattamente il contrario, poiché la robustezza è la capacità di un materiale di rimanere integro malgrado sollecitazioni esterne. È importante che un individuo sia “resistente” o, per usare un termine abusato, resiliente, poiché indica la capacità di reggere nei momenti di difficoltà.
Tuttavia, oggi non è più sufficiente. Abbiamo visto come colossi, sino a ieri considerati robusti, in un momento di crisi, improvvisamente diventino più fragili di altri. Manca nel linguaggio comune, tuttavia, un termine per descrivere colui che, a fronte di una criticità, non solo ne esce uguale a prima, ma addirittura rafforzato, cogliendo quelle occasioni per ridisegnarsi ed evolvere, nella prospettiva del miglioramento continuo: questa è l’antifragilità!
Declinando l’antifragilità in azioni pratiche, suggerisco in modo particolare 3 punti:
Vorrei salutarvi citando una frase che mi sono riletto più volte in questi anni: “Solo perché una cosa non va come ti aspetti, non significa che sia inutile” – Thomas Alva Edison.
Vi aspettiamo al corso della mia società, la Dolmen Consulenza & Formazione, “Talento in Crescita” per sviluppare insieme una capacità antifragile, capace di supportarci nell’affrontare al meglio le prossime sfide professionali e personali che ci attendono.